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Recepita la nuova normativa europea sul whistleblowing

Il 9 marzo scorso il Consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea 2019/1937 riguardante la protezione delle persone che segnalano illeciti di cui vengono a conoscenza in ragione del loro rapporto di lavoro.

Le novità contenute nel decreto riguardano, in estrema sintesi, i soggetti a cui si applicano le nuove norme, che possono individuarsi in dipendenti o collaboratori, lavoratori subordinati e autonomi di un determinato ente, oltre ad altri soggetti comunque legati all’ente stesso. Le altre novità riguardano l’obbligo, da parte dell’ente, di segnalazione interna attraverso canali riservati; le modalità di segnalazione dell’illecito ad ANAC e il divieto di ritorsione, discriminazione o comunque di trattamento sfavorevole verso il whistleblower. Una eccezione rilevante rispetto alla disciplina generale riguarda le aziende con meno di cinquanta dipendenti nelle quali viene consentita solo la segnalazione interna escludendo la possibilità di ricorrere al canale esterno e alla divulgazione pubblica.

Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione ha così commentato l’approvazione del decreto: “Finalmente l’Italia recepisce in via definitiva la direttiva europea sul whistleblowing da ANAC fortemente voluta e richiesta. La tutela del whistleblower è un diritto fondamentale, riconosciuto a livello internazionale, e rappresenta un`estensione del diritto di libertà di espressione. […] Preservare da comportamenti ritorsivi chi segnala illeciti o violazioni della legge sia nelle pubbliche amministrazioni che nelle aziende private è l’imperativo dell’Autorità che con questo decreto vede rafforzate le proprie competenze sulla materia: l’ANAC diventa infatti l’unico soggetto competente a valutare le segnalazioni e l’eventuale applicazione delle sanzioni amministrative sia per quanto concerne il settore pubblico che quello privato”.